Roberto Rinaldi a Capodacqua
pubblicato il 27 Agosto 2019

Roberto Rinaldi torna a Capodacqua per un nuovo capolavoro. La sua prima visita è stata a giugno del 2009 per un servizio di linea blu sul terremoto e sui mulini sommersi, che andò in onda poco dopo. Oggi torna a 10 anni dal terremoto per un nuovo capolavoro e sempre per un programma televisivo.

Roberto Rinaldi ha origini aquilane, nato a Roma nel 1963. Il mare, i viaggi e l'esplorazione degli angoli più remoti del pianeta hanno da sempre fatto la parte del leone nei suoi sogni di fanciullo. Dopo le primissime esperienze nelle torbide acque del litorale romano e del Lago di Bracciano vicino Roma, nel 1981 entrò a far parte del corpo docente di una scuola subacquea romana, nella quale lavorò fino al 1987. Successivamente una collaborazione con la Micoperi regalò a Roberto la possibilità di sperimentare la vita di piattaforma. Venne così il 1987 e Rinaldi venne impiegato come istruttore di fotografia subacquea per alcuni operatori del gruppo sommozzatori dell'Aeronautica Militare. Nel 1988 Rinaldi si cimentò in vari concorsi estemporanei di fotografia subacquea, raccogliendo importanti successi, quale ad esempio il titolo di Campione Italiano di fotografia subacquea. Iniziavano in quell'anno anche importanti collaborazioni con varie riviste mensili e settimanali, quali Nautica, Il Subacqueo, Isole e l’Espresso.

Era il 1988 quando inaspettata arrivò la possibilità di imbarcarsi come fotografo ufficiale sulla Calypso del Comandante J.-Y. Cousteau. Furono anni di viaggi entusiasmanti e memorabili, alla scoperta di angoli del pianeta all'epoca ancora quasi inesplorati. Con la Calypso fu possibile esplorare i fondali delle Andamane, della Thailandia, della Malesia, dell'Indonesia fino alla lontana Irian Jaia. Furono anni di viaggi fantastici, come quello che portò diverse equipe, in oltre 25 mesi, a discendere l'intero corso del Danubio, dalla Foresta Nera al mar Nero, o quello che fu organizzato lungo il corso del Mekong, tra Laos Cambogia e Vietnam. Non mancarono affatto i luoghi insoliti, imprevedibili, che videro la squadra di sommozzatori ansimare sotto il peso delle attrezzature sulle sponde di laghi tibetani a quasi 5000 metri in altitudine, o bucare la coltre di un metro e mezzo di ghiaccio che copriva in inverno il lago Baikal in Siberia, mentre fuori la temperatura era a 50 gradi sotto zero. Quello del Lago Baikal fu l'ultimo documentario, personalmente voluto e firmato dal Comandante J.-Y. Cousteau prima della sua morte.

 

Intanto, tra una spedizione e l'altra, Roberto continuava la sua collaborazione con varie riviste, pubblicando tra gli altri su Aqua, Airone, Mondo Sommerso, Playboy, Class, in Italia, e su varie riviste estere, in Germania, Francia, Giappone, Australia, Scandinavia, Olanda. Per due volte le sue foto sono apparse sulle prestigiose pagine del National Geographic. Intensa anche la partecipazione alla realizzazione di almeno una decina di volumi illustrati, quali Oceani, per la Mondadori, guida ai relitti del Mediterraneo, Isole Maltesi, Guida i relitti del mar Rosso e vari altri editi dalla italiana White Star e tradotti in diverse lingue. Sempre per la White Star, Rinaldi ha prodotto due volumi sull'Australia, tre guide d'immersione per le edizioni La Cuba e un manuale di tecnica d'immersione per l'editrice Portoria. Da menzionare alcune delle numerose spedizioni organizzate anche al di fuori dell'Equipe di J.-Y. Cousteau negli ultimi dieci anni, quale l'esplorazione delle grotte allagate nelle profondità di un ghiacciaio patagonico, o la spedizione in barca a vela alla Penisola Antartica per fotografare la pericolosa Foca Leopardo. Tanti anni di partecipazione alla realizzazione di documentari in 16 millimetri, hanno dato Rinaldi l'esperienza e le conoscenze necessarie per iniziare a lavorare anche come cameraman sottomarino. Ha lavorato in diversi film “Océan” di Jacques Perrin e a realizzare le riprese in 3D del Film “Hurricanes” diretto da Cyril Barbancon e le immagini subacquee de “L’Odyssee” di Jerome Salle. Ha preso parte a diverse scene filmate per fiction, pubblicità o documentari, e realizzato diversi collegamenti speciali per trasmissioni RAI, quali Linea Blu, Linea Verde, Ultimo Minuto, Survival ed altre.

Roberto ha vinto numerosi premi come documentarista e direttore di film subacquei per la BBC, il National Geographic e Arte per i documentari sui coccodrilli, sul Nautilus, sulla foca leopardo e sui relitti romani. L’esperienza tecnica nelle immersioni estreme ha permesso a Roberto di filmare, dove nessun’ altro era mai stato, per diverse Università, per il Ministero dell’Archeologia e più recentemente per il salvataggio della Costa Concordia.

Oggi l'ultimo interesse è quello di documentare i fondali più profondi del Mediterraneo utilizzando miscele gassose diverse dall'aria atmosferica.