Capestrano, qui la terra ha il sapore antico
pubblicato il 03 Giugno 2016 in La Stampa da Andrea Ferraretto

Storie di guerrieri e popolazioni antiche: Capestrano è anche questo, con l’immagine della statua di pietra rinvenuta nella necropoli e diventata una delle immagini che raccontano la storia dell’Abruzzo

Arrivare qui significa trovarsi immersi nella bellezza di questo piano di montagna, con i paesi arroccati sulle alture a protezione dalle scorribande degli invasori. Oggi questa pianura colpisce per la sua integrità, con i campi coltivati e il fiume Tirino, circondata dalle montagne che creano un sipario di maestosità e silenzio assoluto. Le coltivazioni che riscoprono antiche tradizioni e restituiscono forza all’economia di montagna, con l’agricoltura dedicata a produrre il grano Solina, una varietà antica, adatta alle temperature e alle condizioni difficili di queste zone. 

Uno dei presìdi Slow Food, per tutelare e tramandare la cultura e la sapienza delle agricolture locali, è dedicato proprio al grano solina, nella zona del Parco nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, con l’obiettivo di promuovere la filiera di questa produzione: farina, pane, pasta e altre specialità legate alla tradizione che narra di storie millenarie, con il sapore della terra e delle stagioni che qui significano lavoro e sacrificio. 

Con la farina di solina è possibile fare delle pizze ottime, da gustare nell’agriturismo Terre di Solina nella frazione di Capo d’acqua, dove il frutto della terra diventa sapore e passione per riscoprire il gusto di una volta. Farro, fagioli, ceci, lenticchie, qui diventano un viaggio alla scoperta dell’agricoltura di qualità, impegnata nel tutelare la biodiversità e il paesaggio. Il grano è un modo per rafforzare il legame con il territorio e salvaguardare la tipicità, vera risorsa locale sulla quale investire. 

Il fiume Tirino è una ricchezza immensa per questa zona: la presenza delle “polle”, le sorgenti dalle quali sgorga l’acqua che alimenta questo piccolo fiume hanno creato un ecosistema particolare. Acque particolarmente pulite e trasparenti, dove è presente un grande numero di specie animali e vegetali. La creazione di bacini per favorire la riserva idrica ha, da un lato, sommerso due antichi mulini, ma, dall’altro, ha permesso che i bacini diventassero un rifugio per gli uccelli e un’occasione per svolgere l’attività di turismo subacqueo. Da circa dieci anni l’Associazione Atlantide propone corsi e visite subacquee nel piccolo lago, per osservare le rovine dei vecchi mulini, immergendosi in un’acqua che ha dei riflessi e delle luci capaci di rendere l’esperienza davvero unica, in un contesto surreale. 

Ovunque si giri lo sguardo si resta affascinati dall’immensità di questi paesaggi: lassù, in alto, svetta Rocca Calascio, a guardia delle vie antiche di comunicazione, dei tratturi e dei pascoli. Serve trovare il tempo giusto, senza correre, per gustare il profumo e il colore di questi paesaggi, camminando con calma lungo il sentiero che conduce all’antica rocca: fermarsi, spesso, trattenendo il fiato e cercando, con gli occhi, l’orizzonte sconfinato di queste montagne e di questi altipiani. 

Un’occasione per viaggiare nel tempo, visitando borghi fortificati, che hanno resistito ad assalti e ai terremoti, come Santo Stefano di Sessanio: dove ripercorrere selciati che hanno visto il trascorrere di secoli e che, come allora, restituiscono la forza e la bellezza della montagna vera dove anche il passaggio delle nuvole diventa un’emozione da vivere ogni minuto. Da tempo il borgo di Santo Stefano ospita un albergo diffuso nato con l’idea di recuperare e rigenerare un paese di montagna, creando un sistema di ricettività di qualità, con l’accoglienza che significa vivere l’esperienza di abitare nelle case originarie. 

Idee nuove, per proteggere e valorizzare il territorio, basate sulla terra e sulla pietra, sull’acqua e sul grano, per proseguire nell’orma della tradizione, non stravolgendo il passato ma facendolo diventare la chiave di successo per un modello di sviluppo locale basato sull’agricoltura e sul turismo: qui si incontra la volontà di costruire il futuro tutelando l’ambiente e creando l’opportunità di un modo di viaggiare che sia il più possibile vicino all’identità delle comunità che qui vivono da sempre. 

Si vive l’emozione di ritrovarsi nel medioevo, con il suono del vento e la luce che cambia, facendoci sentire al cospetto di un Mondo molto più grande di noi: lo sguardo si perde in lontananza e ogni immagine diventa un ricordo, un’emozione che dura nel tempo.

La Stampa