Lago di Capo D'Acqua
Ett annorlunda dyk bland medeltidaruiner
pubblicato il 03 Luglio 2013 in SPORTDYKAREN da Torbjorn Gylleus

Lago di Capo D'Acqua

Un’immersione diversa tra rovine medievali

 

“Nuotiamo verso il fondale verde chiaro rivestito di alghe per alcuni minuti e ben presto si scorgono i contorni di costruzioni e di un arco in pietra. La fantasia conduce i pensieri ad Atlantide e le cittá sommerse.”

 

Nel parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, a circa 180 km a est di Roma vicino l’antica cittadina di Capestrano, si trova il lago di Capo D’Acqua. Il lago si formó negli anni ’50 quando si costruí una diga per distribuire acqua alle coltivazioni del territorio. Avvicinandosi al lago, dalla superficie sembrerebbe un lago qualunque. Solo una rovina sulla riva suggerisce che qualcosa di speciale si cela sotto la superficie. Nell’acqua cristallina proveniente da sorgenti sotterranee si trovano resti di construzioni medievali.

 

Turista a Roma

Ho trascorso due giorni a Roma e tra tanti turisti ammirato le sue bellezze, come il Vaticano, Piazza di Spagna e il Colosseo. È bello ora lasciare la congestione cittadina e dirigersi verso territori piú rurali. È la vigilia di Pasqua e, considerando la stagione, una mattina relativemente fredda di fine Marzo. Dopo una colazione di buon ora in un antico castello allestito ad hotel nella cittá di Frascati, appena fuori Roma, carico l’attrezzatura da immersione in macchina e prendo l’autostrada in direzione Abruzzo.

Dopo un viaggio di due ore scarse sotto una leggera pioggia, si scorgono montagne ricoperte di neve con picchi alti quasi 3000 metri. Esco in direzione Bussi-Popoli e dopo un breve tratto su strade secondarie arrivo al lago di Capo D’Acqua.

Sono il primo sul luogo ed inizio a passeggiare lungo la riva da dove faccio qualche fotografia dei dintorni in attesa che arrivino gli altri scuba divers (sommozzatori).

Atlantide è il nome del club di immersione del luogo che ha i diritti esclusivi per l’accesso e l’organizzazione di immersioni nel lago. Non è infatti consentito immergersi per conto proprio.

Mia moglie aveva avuto difficoltá a capire il perché mi fossi portato dietro quasi 20 kg di attrezzatura da sub per una vacanza nel weekend di Pasqua a Roma, che non si associa solitamente a immersioni… Ma io avevo cercato giá da parecchio tempo informazioni su questo lago. E ora ero finalmente riuscito a prenotare un’immersione tramite Dante Cetrioli, responsabile del club Atlantide.

Anche se speravo di avere il tempo di visitare questo posto, le immersioni non erano il principale motivo del viaggio e quindi avevo pensato di affittare la maggior parte dell’attrezzatura in loco. Il club peró metteva a disposizione solamente bombola e piombo (?). Per sicurezza portai con me un adattatore Yoke, che si riveló una scelta azzeccata visto che quel giorno c’era a disposizione soltanto una bombola Yoke.

Inizio a scaricare l’attrezzatura e portarla in una piccola casetta sul lago che è adibita a locale del club e dove si repsira un’aria familiare dove persino bambini e anziani socializzano e osservano le immersioni. Il cielo si apre e l’aria si riscalda leggermente. Una donna di una certa etá, che tra le altre cose si occupa dell’economia del club, si avvicina con un vassoio e mi offre un espresso mentre prepareo l’attrezzatura.

Dopo un foto di gruppo di rito con gli altri sommozzatori è tempo di una veloce introduzione in italiano. Colui che nel gruppo si offre di tradurre per me è lo svizzero Claudio Gazzaroli. Oltre ad essere un bravo traduttore, Claudio è anche un ottimo fotografo UV. Con foto che ritraggono, tra le altre cose, torrenti svizzeri, Claudio si è portato a casa diversi premi da tutto il mondo. Dopo aver ricevuto informazioni sul luogo d’immersione e la sua storia, portiamo l’attrezzatura sul lago dove ci sono una rampa e un ponticello proprio a filo d’acqua.

Quasi tutti i sommozzatori sembrano interessati di foto UV e hanno preparato obiettivi, flash, lampade ed illuminazione per video. Io ho con me la mia Olympus da viaggio senza flash per risparmiare un pó di peso e con l’idea di utilizzare la luce naturale.

 

Tre rovine

Saltiamo dal ponte e guardando la riva opposta mi tuffo nella fredda acqua cristallina che presenta un tono bluastro. L’ambiente mi ricorda quello del lago di Silfra in Islanda, anche se la visibilitá non è allo stesso livello. Salgono bolle d’aria qua e la dal fondo, che credo sia dovuto alle sorgenti d’acqua. Nuotiamo verso il fondale verde chiaro rivestito di alghe per alcuni minuti e ben presto si scorgono i contorni di costruzioni e di un arco in pietra. La fantasia conduce i pensieri ad Atlantide e le cittá sommerse.

Siccome è un lago freddo, l’acqua è chiarissima e mantiene una temperatura di circa 11 gradi indipendentemente dalla stagione; per questo motivo si utilizza la muta stagna. Immergersi qui è davvero semplice visto che la profonditá massima del lago è di 10 metri, e quindi abbiamo praticamente a disposizione tempi d’immersione a nostro piacimento.

Penso che questo sia un posto perfetto per corsi d’immersione e perfezionamento.

Nel lago ci sono resti di tre differenti costruzioni medievali di cui una si vede anche in superficie. Le due rovine sul fondale sono entrambe vecchi mulini che erano situati sul fiume Tirino, che scorreva qui prima che il lago si formasse.

Continuiamo a nuotare per dirigerci verso la seconda rovina che si trova un pó piú in profonditá. Ma per qualche motivo non la troviamo e ci ritroviamo dopo poco sull’altra sponda del lago. Tornando indietro ci troviamo di fronte un muro e un portale crollato le cui colonne sono comunque ancora in piedi. Qui si trova la rovina di un dei mulini crollati. Ci sono anche alcuni piccoli alberi sul fondale e dopo aver scattato un po di foto seguiamo un veccio sentiero che ci conduce all’altra rovina.

Quando arriviamo mi accorgo che questa è molto meglio conservata rispetto alla prima rovina, con muri intatti, cantine a volta e un grande arco ancora perfettamente intatto. Mi sconsigliano fortemente di nuotare nelle cantine. Un colpo di pinna nel punto sbagliato puó causare crolli. Il 6 Aprile 2009 ci fú un terremoto di 5,8 gradi della scala Richter che ebbe il suo epicentro proprio nelle vicinanze del lago. Le costruzioni subirono una serie di lesione a causa del terremoto e, tra le altre cose, un grosso arco crolló.

 

Flora e fauna unici

Dopo aver nuotato qua e la e scattato parecchie foto alle rovine, crediamo di aver visto tutto. Ci apprestiamo a tornare a riva quando ci imbattiamo in due sommozzatori che siedono sul fondale con le proprie macchine fotografiche vicino a qualcosa che assomiglia a un canneto. Questi piccoli canneti crescono sulle parti meno profonde del fondale in prossimitá della riva. In seguito vengo anche a sapere che il lago si presta a supermacro fotografia e che in acqua vivono piccoli crostacei che si prestano benissimo a questi scopi. A parte vegetazione e crostacei unici, il lago è abbastanza ricco di trote.

Alla fine nuotiamo verso la riva dove si trova la terza rovina che spunta dalla superficie dell’acqua. Qui guardo attraverso finestre e porte del seminterrato che si trova sott’acqua e le fotocamera vengo nuovamente messe in azione per le ultime foto subacquee.

Inizia ad essere fresco dopo un’immersione piuttosto lunga di oltre un’ora e ci dirigiamo verso il punto da cui ci eravamo tuffati.

Una volta a riva, sorseggiamo un tè caldo e scambiamo due chiacchiere sull’immersione. Uno dei sommozzatori, David Salvatori mi fa notare che ho avuto un po di sfortuna dal momento che la visibilitá non era delle migliori a causa delle precedenti abbondanti piogge. Personalmente non avevo nulla da recriminare visto che la visibilitá era almeno di 30 metri.

Lui ci racconta anche che le condizioni migliorano ancora di piú se non c’è vento quando la superficie diventa come uno specchio per le costruzioni sommerse.

David, Claudio e gli altri scorrono le foto sulle loro fotocamere e mostrano alcune delle macrofoto di cui sono particolarmente soddisfatti.

È ora di rimpacchettare e ricaricare l’attrezzatura bagnata in macchina. Mi invitano a seguire il gruppo per un pranzo tradizionale in un ristorante vicino Capestrano, ma purtroppo, dovendo tornare a Roma, devo rinunciare. Ringrazio, salgo in macchina e riparto per la stradina tortuosa che mi allontana dal lago e mi riavvicina alla civiltá.

Lungo la strada comincia a piovere a dirotto e di tanto in tanto il traffico si infittisce nell’avvicinarsi a Roma. Ne è valsa davvero la pena di portarsi dietro tutta l’attrezzatura e fare questa esperienza. Sono estremamente soddisfatto per la giornata passata e felice per aver avuto la possibilitá di ammirare questo ambiente unico. Posso ora iniziare a pianificare la prossima immersione.

 

Resti di costruzioni nelle nostre acque nordiche

A Norangsdalen, una delle valli piu strette della Norvegia, si trova Lyngstölvatnet che ha diverse somiglianze con il lago di Capo D’Acqua.

L’ambiente sotto la superficie ricorda molto quello del lago italiano cosí come la profonditá delle acque. Inoltre, entrambi si sono formati da dighe anche se quella a Norangsdalen non é stata costruita intenzionalmente.

Il lago Lyngstölvatnet si formó dopo un crollo nel 1908 quando il ruscello che scorre nella valle si arginó e fece si che il livello dell’acqua salisse oltre i 10 metri.

La visibilitá nel lago è quasi sempre molto buona, ma puó variare a seconda delle stagioni. Scendendo sotto la superficie si possono osservare resti di fondamenta, giardini e muri. C’è anche un tunnel in pietra sotto un ponte attraverso il cui si puó nuotare. I resti delle costruzioni non sono comunque imponenti come quelli di Capo D’Acqua, d’altro canto qui si viene soprattutto per l’ambiente sia sopra che sotto la superficie.

Se si nuota verso la fine del lago si puó osservare il mucchio di massi che provocó la diga.

Nel lago si possono anche osservare trote che sono meno timide di quanto si possa pensare e cbe si possono avvicinare facilmente durante le immersioni.

Sul fondo del lago si trovano, intatte dopo piu di cento anni, piccoli boschetti formati da alberelli che creano un’atmosfera magica sotto la superficie.

Si arriva al lago prendendo la strada 655 verso la valle da Hellesylt che si trova nella contea di Möre og Romsdal. Si puó guidare fino alla riva ed il migliore per raggiungerla è da un’area di sosta vicino al lago.

Traduzione di Federico Ciccozzi 

Fonte: Rivista "SPORTDYKAREN" Luglio 2013

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